Nello scorso novembre alcune trasmissioni televisive delle reti pubbliche hanno mostrato i volti di quelle persone e territori siciliani che a partire dagli anni Ottanta-Novanta hanno conosciuto sulla propria pelle le conseguenze delle ingiustizie (ambientali e della salute) perpetrate dalla modernizzazione industriale, diventando vittime del benessere. Stiamo parlando dei cittadini e dei territori costieri delle aree industriali di Augusta-Priolo-Melilli e Gela, a cui dalla fine degli anni Cinquanta è stata proposta come riscatto delle proprie condizioni economiche e sociali (quelle dell’agricoltura di sopravvivenza) il mondo della “speranza affamata” dal sogno industriale, che si sono confrontati con le profonde trasformazioni infrastrutturali apportate dalla costruzione dei siti petrolchimici industriali, che hanno fatto emergere una nuova classe di lavoratori, quella degli operai.